Il 20 gennaio 2021 si è tenuto il webinar del Sole 24h dal titolo “Emicrania – Combattere il disagio e prospettive future”. Sono intervenuti in qualità di
Relatori:
Fabio Tamburini, Direttore del Sole 24h
Piero Barbanti, Prof. di Neurologia c/o l’Università telematica San Raffaele Roma e Direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’IRCCS San Raffaele di Roma, nonché Presidente di ANIRCEF
Rosanna Tarricone, Prof.ssa di Economia delle Pubbliche Amministrazioni c/o Università Bocconi
Simona Sacco, Prof.ssa di Neurologia c/o l’Università degli Studi de L’Aquila
Cristina Tassorelli, Prof.ssa di Neurologia c/o l’Università degli Studi di Pavia, dove è Direttore del Dip. Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento, Presidente IHS
Messoud Ashina, Presidente International Headache Society
Cinzia Aurilia, Neurologo c/o IRCCS San Raffaele Pisana
Luisa Fofi, Neurologa c/o Istituto San Raffaele Roma
Fabrizio Vernieri, Prof. di Neurologia c/o Campus Bio-Medico di Roma
Sabina Cevoli, Neurologa e Dirigente medico c/o IRCCS Istituto Scienze Neurologiche di Bologna
Gioacchino Tedeschi, Presidente SIN
Il Prof. Barbanti ha spiegato che l’emicrania è una malattia umana, non appartiene agli animali, perché legata alla corteccia prefrontale, ha un’origine famigliare ed è la manifestazione di “una testa che lavora troppo”. L’attacco di emicrania è come una tempesta perfetta composta da 4 fasi, i prodromi, l’aura, il dolore, i postumi, dopodiché arriva il secondo attacco. Gli emicranici sono un esercito silenzioso, almeno 1 milione di persone, con il pigiama, che non dice nulla. L’emicrania è un tragico equivoco, tramuta meccanismi non dolorosi in dolorosi. E’ una sagra dei luoghi comuni, cervicale, sinusite, vista, masticazione, nulla di tutto ciò, si tratta di nervi sollecitati troppo. Si potrebbe rappresentare l’emicrania come un grande dinosauro; la collettività, i medici non specialisti e le autorità vedono soltanto la coda, gli emicranici vedono il corpo del problema. Il “personaggio in cerca di autore” è il paziente che è in cerca di aiuto, che ha impiegato circa 20 anni per andare in un Centro Cefalee, che per il 50% ha fatto turismo sanitario, che per il 22 % ha fatto esami immotivati e che ha visitato circa 8 specialisti.
La terra promessa, in questa storia, sono gli anticorpi monoclonali anti CGRP, il futuro sarà portare l’emicrania in società, farla debuttare. La Prof.ssa Tarricone ha spiegato che l’emicrania è una malattia di genere, colpisce per l’80% le donne. I costi sociali sono molti alti, il costo medio, annuale, per paziente cronico è pari a e 4.352, in aggiunta alla spesa del SSN. Costano di più gli uomini, rispetto alle donne, nonostante quest’ultime abbiano una vita qualitativamente inferiore. Le donne perdono più giorni di lavoro, ma sono anche quelle che hanno una maggior forma di presenteismo; in fase di produttività monetaria, l’uomo ha una perdita maggiore. I correttivi da applicare sono una programmazione sanitaria più forte, una medicina personalizzata, l’utilizzo del registro di patologia, politiche di welfare e politiche di innovazione che devono essere portate avanti. La Prof.ssa Sacco ha descritto la vita con disabilità.
L’emicrania è raro che si presenti nell’infanzia, di solito, il paziente è tra i 30 e i 50 anni. Tardiva è una rarità. Con il tempo, si dirada e può sparire (ma non è detto). Chi è cronico se la porterà con sé, nelle donne è presente 3 volte più che nell’uomo, è presente fino al 22% della popolazione ed è la seconda causa di disabilità nella popolazione, sia per la severità che per la frequenza. L’intensità del dolore va dal moderato fino all’intollerabile e la durata da poche ore fino a diversi giorni. Si possono avere sintomi associati come nausea e vomito, è considerata cronica quando ci sono 15 giorni al mese per svariati mesi. L’impatto sulla vita è alto; in base ad uno studio europeo, l’87% dichiara un impatto privato, sociale e professionale. Gli emicranici vivono sempre limitati e condizionati dal dolore, tale da rendere depressi, auto colpevolizzarsi, sentirsi sfiduciati. Occorre una corretta diagnosi, una corretta terapia preventiva, una buona gestione dell’attacco ed un buon stile di vita.
La Prof.ssa Tassorelli ha spiegato come fare la diagnosi. Ci sono criteri diagnostici specifici, si segue la Classificazione Internazionale, come strumento di supporto sono utilizzati il questionario Id Migraine ed il diario della cefalea. In Europa il 90% dei pazienti dovrebbero essere trattati dal MMG, il 9% dal Centro Cefalee e l’1% nei Centri specializzati. Il Prof. Messoud Ashina ha consigliato di trattare l’attacco acuto con i Triptani che sono in commercio ormai da 30 anni. Farmaci nuovi sono i Gepanti e i Ditani che per ora sono disponibili solo negli Usa ed una volta approvati potrebbero essere utilizzati solo se i Triptani non hanno più efficacia. Anche per quanto riguarda i 4 anticorpi monoclonali, in Europa solo 3 sono in commercio (negli Usa lo sono tutti). Le Dott.sse Aurilia e Fofi e il Prof. Vernier hanno presentato i dati dello studio sull’utilizzo dei 3 diversi tipi di anticorpi monoclonali. Tutti hanno portato dati molto rassicuranti dove sia la durata che l’intensità si sono, molte volte, dimezzate. Le controindicazioni o fenomeni avversi sono stati pochissimi e di poca rilevanza. La Dott.ssa Cevoli si è soffermata sull’aumento delle richieste di accesso nei Centri Cefalee. Occorre una migliore organizzazione ad ogni livello, con una migliore interazione. La Telemedicina è diventata il presente, a causa del Covid, ma si potrà mantenere anche in futuro per le visite di controllo. Il registro AIFA, che prevede che la prescrivibilità (centri prescrittori) degli anticorpi monoclonali sia definita dalla Regione, funziona bene da circa tre mesi. Il registro richiede dati essenziali, fornisce il piano terapeutico che si può stampare e con la ricetta il paziente va nella farmacia ospedaliera a ritirare il farmaco. I costi sono elevati, ma si possono abbattere con una buona gestione evitando ricoveri ed esami inutili. Al Prof. Tedeschi è stato chiesto se l’emicrania si studi nei corsi di laurea. La risposta è stata che la Neurologia si interessa di più di altre patologie, tipo la SLA, dove ci sono tanti studi e nuove medicine, ma per quanto riguarda l’emicrania viene studiata solo in presenza di docente preparato in materia che se ne occupa a livello professionale. Occorre, pertanto, che la formazione accademica sia integrata senza soluzione di continuità.
Cristina Randoli (Ferrara)