In questo spazio sono raccolte le domande tra quelle più frequentemente poste dai pazienti nel corso degli appuntamenti con lo Specialista organizzati nel gruppo Facebook di Alleanza Cefalalgici. Le risposte sono a cura del dott. Cherubino Di Lorenzo e della dott.ssa Elena Guaschino.
E’ opportuno precisare che le risposte sono indicative del parere di un esperto e non costituiscono una valutazione del singolo caso, valutazione che è possibile sempre esclusivamente con una visita che consenta di acquisire tutte le informazioni indispensabili.

Da poco mi hanno somministrato un vaccino per il COVID. Lei pensa che ciò possa influire negativamente sulla frequenza dei nostri attacchi di emicrania?

Assolutamente no, tutt'al più può venire un attacco nelle ore successive al vaccino, comunque nulla rispetto a ciò a cui assistiamo in termini di cefalea nei pazienti che hanno sviluppato la malattia

Da un po’ di tempo il triptano o l’antidolorifico mi fanno sì sparire il dolore, ma dopo qualche ora ritorna. La mia emicrania sembra essersi incattivita e non volersene mai andare. In questi casi cosa si può fare per alleviare il dolore?

Occorre Innanzitutto capire se non si sia instaurata una forma di cefalea cronica da uso eccessivo di farmaci sintomatici, che in tal caso andrebbe interrotta con una sospensione degli analgesici sotto guida medica (da ricoverati o a casa).

Dopo aver preso un farmaco analgesico per l'emicrania, dopo quanto si può tornare ad allattare?

Meglio attendere 24 ore.

Non ho compreso bene se c’è una distinzione fra triptano ed antinfiammatorio.

Il triptano funziona solo in emicrania e cefalea a grappolo, l'antinfiammatorio invece lo fa aspecificatamente in tutte le forme di dolore, inclusa l'emicrania.

Generalmente assumo con beneficio i triptani in caso di mal di testa, ma in casi particolarmente critici devo ricorrere ad una fiala di antiinfiammatorio. È normale?

Spesso l’antinfiammatorio, soprattutto se non assunto per via orale, è più potente del triptano (magari assunto tardivamente, o in presenza di forte nausea), quindi diventa un farmaco “di salvataggio” per bloccare il mal di testa qualora il triptano sia stato inutile. Può esser somministrato da solo (magari in supposta, o fiala), oppure assieme ad antinausea e miorilassanti.

Gli anticorpi monoclonali per la prevenzione dell’emicrania ad alta frequenza o cronica sono controindicati in pazienti con familiarità per ictus o infarti?

Non c'è alcuna controindicazione. Anzi, altri farmaci di profilassi e sintomatici potrebbero esercitare un’azione vasocostrittiva, quindi meglio gli anticorpi.

La dieta chetogenica va intesa come terapia attiva sulle cause della cefalea e che aiuterà a “guarire” o è solo sintomatica e va fatta a lungo termine per contenere il sintomo che tornerà uguale una volta interrotta?

Non si guarisce dall'essere emicranici perché è un tratto biologico. Sicuramente la chetogenesi potrebbe essere d'aiuto nel trattare alcune caratteristiche, ad esempio l'obesità o l'insulinoresistenza, che potrebbero rendere più cattivo il mal di testa. Quel che abbiamo osservato in questi anni è che facendo almeno 12 mesi consecutivi di dieta c'è una discreta probabilità che alla sospensione della stessa si possa continuare a stare bene ancora per un anno o due, poi purtroppo, chi prima, chi dopo, si tende tutti a peggiorare.

Negli anni ho provato varie terapie di profilassi, inclusi il botulino e gli anticorpi monoclonali. Potrei comunque aver risultati con la dieta chetogenica, o il fatto di non aver risposto ai farmaci implica una mancata risposta pure alla dieta?

La dieta chetogenica potrebbe essere efficace anche su pazienti che in precedenza abbiano mancato di rispondere agli altri farmaci di profilassi. Tuttavia, questa non è applicabile su tutti i pazienti. Occorre rivolgersi ad un neurologo esperto nel prescriverla ed un professionista della nutrizione esperto nel formularla e far valutare a loro con attenzione il caso.

È possibile associare alla terapia di profilassi la dieta chetogenica? Ed esiste un protocollo meno restrittivo che si basi sugli stessi presupposti biologici?

La dieta chetogenica, con un minimo di accortezze, può essere associata a tutti i tipi di terapia di profilassi o sintomatica per l’emicrania. Come alternativa più soft si potrebbe pure provare con una dieta a basso indice glicemico.

L'emicrania può provocare una gengivite?

Più probabile il contrario. Si è visto che la parodontite può essere alla base di uno stato infiammatorio che sensibilizza il trigemino rendendo il paziente più predisposto ad avere attacchi di emicrania.

Prima dell’attacco emicranico, ho dolore alla gengiva/colletto dentale, proprio dalla parte interessata dall’emicrania, perché? (il dentista ha escluso il problema dentale)

Perché pure quelle strutture sono innervate dal trigemino, lo stesso nervo che veicola il dolore emicranico e che si attiva a causa del rilascio del CGRP.

Ho crisi di tre giorni durante il ciclo e anche in altri momenti del mese se particolarmente sotto stress. Pensa che assumere magnesio e vitamine possa contribuire ad alleviare il dolore?

Il magnesio è d’aiuto in molte pazienti, il problema è trovare il sale più tollerato (non tutti si assimilano allo stesso modo e, in parte, ciò varia soggettivamente) e assumerne la giusta dose, perché a bassi dosaggi non fa effetto.

Soffro di cefalea a grappolo e da più di un anno non vado più in remissione. Posso esser definito sofferente di cefalea a grappolo cronica?

Direi di sì.

È possibile che una emicrania non passi con nessun farmaco sintomatico, neanche se assunto precocemente?

In linea teorica, si potrebbe non essere responsivi ad alcun farmaco sintomatico, tuttavia, prima di gettare la spugna occorre pure tentare tutte le associazioni possibili, oltre al fatto che alcuni traggono benefici da mezzi fisici (quali il caldo, il freddo, la compressione) o da dispositivi elettromedicali.

A chi rivolgersi per le emicranie fortemente influenzate dagli ormoni, cioè presenti all’ovulazione o in concomitanza delle mestruazioni (fase premestruale, intramestruale o postmestruale), e refrattarie alle solite terapie? È opportuno consultare anche uno specialista endocrinologo o un ginecologo?

Tendenzialmente no. Il problema non è quasi mai rappresentato dagli ormoni, bensì dal cervello emicranico che mal tollera la fisiologica fluttuazione ormonale femminile correlata al ciclo mestruale. Quindi è il neurologo lo specialista a cui rivolgersi.

Soffro di emicrania e cefalea di tipo tensivo da molti anni. Ho provato tanti farmaci di profilassi, ma non ho avuto giovamento. Volevo provare la terapia con botulino o con anticorpi monoclonali. Lei mi consiglia di provare prima altri tipi di terapie?

Se ha più di 8 giorni al mese di emicrania e ha già fatto un congruo periodo con amitriptilina, topiramato e betabloccanti, sicuramente è il caso di tentare la via degli anticorpi. Stesso discorso per il botulino che può essere preso in considerazione come alternativa agli anticorpi se la cefalea è presente per più di 15 giorni al mese. Attenzione però, sia gli anticorpi monoclonali che il botulino agiscono solo sulla componente emicranica della cefalea, mentre non risultano essere efficaci nella cefalea di tipo tensivo.