Catanzaro - I progressi della medicina contro la diffusissima emicrania (2° patologia invalidante per l’OMS) sono concreti e la Calabria ne è apripista. Con questa premessa confortante e prestigiosa si sono tenute le sessioni di lavoro che hanno animato la due giorni del IX Congresso calabrese della SISC, la Società italiana studio cefalea. All’assise regionale, svoltasi al THotel di Feroleto Antico (Catanzaro), hanno preso parte decine di professionisti, medici e infermieri, provenienti dalle varie strutture calabresi, cui si sono aggiunti contributi di colleghi arrivati anche da Milano, Roma, Parma, Palermo e Bari. 

La ricerca ha fatto passi enormi a favore di quel 12% della popolazione italiana che ne soffre – ha detto il presidente nazionale SISC Franco Granella - sono arrivati nuovi farmaci che per la prima volta sono stati pensati per la fisiopatologia, cioè le cause che portano al disturbo. Fino ad ora usavamo farmaci più generici; adesso con le cure monoclonali a base di CGRP si ottiene il duplice obiettivo di combattere l’infiammazione ed ottenere un drastico calo del dolore. La Calabria per questa specifica patologia – ha aggiunto Granella – è una regione all’avanguardia che ha fatto addirittura registrare casi di emigrazione sanitaria al contrario, con gente venuta da fuori per curarsi presso i centri cefalee esistenti”.

Anche il direttore scientifico del congresso Rosario Iannacchero conferma: “Siamo in una fase altamente evoluta: abbiamo realizzato i Pdta, individuato i nodi di implementazione di questa rete, testato la omogeneizzazione della diagnosi e proceduto alle attività formative degli specialisti. Soprattutto – ha aggiunto il coordinatore Sisc Calabria – abbiamo seduto allo stesso tavolo medici e pazienti che fanno sinergia, con il dipartimento alla salute e persino rappresentanti politici (era presente al talk introduttivo il consigliere regionale Davide Tavernise ndr) che ci prestano i primi sostegni adeguati”.

A testimoniare la ‘santa alleanza’ tra i medici ed i pazienti Lara Merighi, da venti anni a capo di Al.Ce., l’alleanza di pazienti cefalalgici che conta circa 16mila iscritti. “Mi ritenevo una persona sbagliata con i miei dolori fino a quando ho scoperto il conforto di condividere tutto anche con gli altri – ha detto la Merighi giunta apposta da Ferrara - I pazienti che soffrono si iscrivono chiedendo dove possono trovare medici che ascoltano e prendono sul serio questo problema. La politica? Non tutta è sensibile, visto che la malattia è pure di tipo invisibile.” Nel 2020 il governo ha riconosciuto la cefalea cronica come malattia invalidante ma ancora oggi mancano i decreti attuativi. Una battaglia che al momento segna più punti a favore sul lato pratico medico-scientifico che su quello normativo.

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