Parlare della possibile relazione tra emicrania e noia è una consegna improba poiché la letteratura scientifica non fornisce studi a riguardo. Ad un primo sguardo, emicrania e noia sembrerebbero apparentemente due condizioni appartenenti a sfere molto distanti tra loro: disturbo neurologico la prima, stato emotivo la seconda. Tuttavia, possono esistere alcune connessioni, ciò induce al fatto che qualcosa da scrivere c’è e non è, di fatto, scontata.

La noia è un’emozione complessa, spesso sottovalutata, legata ad un monotono e insoddisfacente stato psicologico di mancanza di interesse, di stimoli e/o gratificazioni con conseguenti sentimenti di frustrazione e irritazione, causati da una varietà di fattori e con effetti significativi sulla salute mentale e sul comportamento.

Le situazioni di vita con poche sollecitazioni esterne, ripetitive o di scarso interesse, favoriscono l’insorgere della noia; come, al contrario, condizioni ambientali con eccesso di condizioni stimolanti, portano la persona a ridurre la concentrazione su ciascuna di esse.

Evidenti risposte all’esperienza di noia sono: la difficoltà di concentrazione, il rimuginare dei pensieri più pervasivi e la mancanza di interesse verso ciò che accade e ci circonda. Tutto questo innesca una reazione comportamentale caratterizzata da una serie di atteggiamenti che potrebbero far prefigurare l’esordio di una lieve sintomatologia ansiosa o depressiva; oppure, al contrario, potrebbe esserci il tentativo di gestirla con atteggiamenti di spasmodica ricerca di stimoli nuovi da esperire in maniera superficiale e incostante, come sollievo involontario del disagio provato, es: chi di noi non ha mai “scrollato” il cellulare per ingannare il tempo e provare invano di soffocare quel lieve senso d’immotivato disagio che ogni tanto ci pervade?. Quindi la noia potrebbe deprimerci, renderci più ansiosi e insoddisfatti o incagliarci in atteggiamenti afinalistici e ripetitivi, che potrebbero sfociare in cattive abitudini (es: fumare, bere alcolici o fare uso di altre sostanze stupefacenti volte ad annullare il disagio provato) che nei casi più estremi comportano la messa in atto di comportamenti ad alto a rischio, alla ricerca di sensazioni forti per sentirsi vivi e padroni della propria vita, fino in fondo. Tutti questo quadro mette in risalto come la risposta alla noia possa avere conseguenze potenzialmente impattanti sulla salute mentale.

Quello tra noia ed emicrania è un legame sottile in quanto l’alterato stato emotivo, legato alla prima, può essere un fattore predisponente alla seconda. Sappiamo bene che l’esperienza di noia può essere considerata uno stato di bassa stimolazione emotiva/sensoriale, può influenzare negativamente l’umore e lo stato emotivo di una persona, portando ad un malessere in grado di scatenare il mal di testa. Al pari di vissuti depressivi, ansiosi e di stress generale, la noia potrebbe essere una leva importante al manifestarsi dell’emicrania nonché di cronicizzazione della stessa. Tale effetto si eserciterebbe direttamente o indirettamente; cioè, la noia potrebbe innescare da sola la crisi emicranica o portare a una maggiore percezione dello stress, dell’ansia o della depressione, che a loro volta potrebbero fungere da fattore predisponente per l’insorgere del sintomoPer vincere la noia si potrebbero innescare nocivi cambiamenti nel comportamento: se una persona si annoiasse, potrebbe cambiare il proprio comportamento in modi che potrebbero contribuire all’emicrania. Di seguito, alcuni esempi:

- Alterazioni della dieta e idratazione: una persona annoiata potrebbe fare scelte alimentari inadeguate o non salutari, magari prediligendo il cibo spazzatura (notoriamente scatenante la crisi emicranica, assieme al digiuno prolungato o all’eccessivo carico di zuccheri) o dimenticando di idratarsi a sufficienza, bevendo di meno, prediligendo bevande zuccherate o eccedendo con la caffeina (tutte condizioni che possono scatenare emicranie).

- Alterazione dell’igiene del sonno: la persona annoiata potrebbe alterare in negativo la propria routine del sonno, andando a dormire troppo presto o troppo tardi (alterando i ritmi circadiani), sviluppando una forma d’insonnia o al contrario di ipersonnia. Tutte condizioni che si possono associare allo scatenamento della crisi di emicrania e alla sua cronicizzazione.

- Alterazione dell’attività fisica: la persona vittima della noia potrebbe ridurre la propria attività fisica quotidiana, complicando ancora di più il quadro generale e con ripercussioni negative globali sulla salute, ivi compresa l’emicrania.

Le conseguenze dell’alterata stimolazione cognitiva: durante i periodi di noia il cervello è come se disconnettesse la corteccia cerebrale e innescasse il “pilota automatico” sottocorticale, agendo senza riflettere e comprendere. Ciò porta ad una riduzione dei processi cognitivi e ad una distorsione delle percezioni esterne, che potrebbero essere accentuate o ridotte. Nel primo caso, la stimolazione eccessiva impedirebbe la corretta elaborazione delle informazioni che, pertanto, diventerebbero fastidiose tanto da innescare la crisi emicranica (pensiamo ad esempio alla foto- o alla fonofobia che talvolta innescano gli attacchi emicranici). Nel secondo caso, invece, vi sarebbe una sorta di ridotta percezione di quanto accade, a causa della distrazione prodotta dalla noia; ciò si tradurrebbe in una vera mancanza di stimolazione cognitiva che potrebbe portare ad un aumento della percezione del dolore, in quanto unico stimolo giudicato saliente in quel momento dal cervello. Infatti, alcune teorie suggeriscono che un cervello non adeguatamente stimolato possa essere più sensibile a percepire il dolore e altre sensazioni fisiche negative, come quelle sperimentate durante un’emicrania.

Lasciar crescere la propria noia e abbandonarsi ad essa potrebbe portare all’innesco di circoli viziosi: la noia, abbiamo detto, potrebbe generare l’emicrania, a sua volta associata a grave disabilità che quindi conduce ad un’inattività forzata durante l’attacco, contribuendo a sua volta ad un peggioramento della noia stessa. Questo circolo vizioso, se non spezzato con strategie adeguate, potrebbe innescare i nocivi meccanismi di adattamento di cui abbiamo parlato nel punto precedente, al fine di affrontare la noia, amplificando le ripercussioni che questo stato ha sull’emicrania.

In conclusione, sebbene manchi un’adeguata letteratura scientifica a riguardo che ci illustri le possibili relazioni tra emicrania e noia, esistono diverse possibili connessioni, dirette o indirette, attraverso le quali la noia può influenzare l’insorgenza, l’ingravescenza o la percezione delle emicranie. È quindi importante trovare il modo di affrontare questo problema, prima di tutto riconoscendolo, per poterlo poi gestire in efficacemente. La noia si può riconoscere e gestire, in primis con un adeguato approccio psicoterapico, magari di tipo cognitivo comportamentale, una sorta di riabilitazione del pensiero e dell’azione per non ricadere nei corti circuiti nocivi. Ma anche prima di decidere di rivolgersi ad un professionista della psiche ci sono alcuni approcci che chiunque può decidere di mettere in pratica per imparare a gestire la noia e provare a volgerla a proprio vantaggio. Vediamone alcuni:

- iniziare la ricerca di nuove attività, come ad esempio sperimentare nuovi hobby e interessi per occupare costruttivamente la mente;

- impostare quotidianamente degli obiettivi da raggiungere, che siano stimolanti e significativi, cercando ogni volta di spostare sempre un po’ più in là l’asticella, al fine di realizzare una propria adeguata crescita personale;

- fare una ristrutturazione cognitiva, cambiando il modo in cui si percepiscono le attività e le situazioni fin lì viste come noiose, trovando anche in esse aspetti positivi o significativi;

- iniziare a praticare mindfulness e meditazione, la cui utilità nell’emicrania è ormai universalmente riconosciuta, si tratta di pratiche che aiutano a focalizzare l’attenzione e aumentare la consapevolezza del momento presente, sfuggendo alla tentazione del niente che avanza nel nostro cervello, facendo fuggire via la consapevolezza del qui e adesso, vero antidoto alla noia.

 

Emanuela Paone,
Psicologa Ospedaliera - ICOL (LT)