Rieccoci amici con il nuovo numero del nostro bollettino. Ci siamo lasciati alle spalle l’estate più calda a memoria d’uomo ma, secondo alcuni esperti, la più fresca del resto della nostra vita. Speriamo si sbaglino, anche perché caldo e mal di testa non sempre vanno d’accordo.

Oltre al clima, il calore del momento è dato pure dagli scenari di guerra che si fanno sempre più inquietanti, assistiamo ad un’escalation inimmaginabile e questa situazione inquieta tutti noi: speriamo per il meglio, ma di certo tanta agitazione non aiuta. Giacché menzioniamo la guerra, approfitto per introdurre l’intervista che il nostro Roberto Nappi ha realizzato per questo numero, un piccolo grande scoop, con il professor Volodymyr Romanenko, Direttore Scientifico dell’Accademia Medica Ucraina di Kyiv e Membro del Comitato Educazionale dell’International Headache Society. Ci racconta la situazione nel suo Paese, in particolare ci fa sapere come stanno i suoi pazienti cefalalgici e di come si siano industriati i medici per poter continuare a seguirli malgrado i tragici eventi causati dal conflitto in corso. Spesso ci lamentiamo di quanto possa essere dura la vita per chi soffre di cefalea, ecco, provate ad immaginare cosa potrebbe accadere se a quella vita si sommasse una catastrofe simile. Un popolo incolpevole subisce un’aggressione militare sul proprio territorio, con attentati terroristici rivolti alla popolazione civile e lo stravolgimento di ogni consuetudine unita alla paura costante di non venire fuori da quell’incubo. I primi a pagarne le spese sono proprio i più deboli e fra essi i malati invisibili come i pazienti cefalalgici cronici. Senza retorica, esprimo la nostra vicinanza al popolo ucraino, a tutte le vittime del conflitto e ai loro cari.

Chiedo scusa se vi ho rattristati con l’argomento di prima, forse, per tirarci un po’su potrebbe essere il caso di parlare di antidepressivi, ma per ciò che interessa noi, cioè, il loro uso nella terapia di profilassi delle cefalee. Come sapete, seguo molto i gruppi e forum dei pazienti nei canali social e una delle domande più ricorrenti è proprio questa: “se non soffro di depressione, perché devo prendere un antidepressivo?”. Ecco, ci tenevamo a dare una risposta definitiva alla questione, ma non è semplice affrontare un argomento così tecnico con le parole giuste per renderlo comprensibile per un lettore laico (cioè, un non professionista della salute). Citando Einstein, avevamo il compito di rendere tutto semplice, ma non semplicistico. Così abbiamo pensato di chiedere aiuto al dott. Matteo Nathan Nucci, Farmacista, blogger e divulgatore scientifico. Con la sua scrittura semplice e diretta è in grado di rendere fruibili argomenti molto tecnici, Spero il suo intervento concorra a risolvere molti dei vostri quesiti.

Per la rubrica “la Cefalea in cucina”, la dott.ssa Eleonora Di Pietro, biologa nutrizionista dell’Associazione Eupraxia, ci parlerà della curcuma, antichissima spezia indiana, recentemente finita nell’occhio del ciclone per una presunta tossicità epatica. Dopo esser stata scagionata da queste accuse è tornata alla ribalta in campo scientifico, con tanti studi, pure nel settore delle cefalee.

Infine, per la rubrica Amarcord, dopo aver parlato nello scorso della cefalea da immersione, abbiamo deciso di recuperare un altro vecchio pezzo del nostro Roberto Nappi sulla cefalea da alta quota. Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento.

Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today