Ben ritrovati, amiche e amici. Le feste di Natale sono ormai prossime e, come sempre, sono precedute da frenetiche corse per accaparrarsi i regali, l’organizzazione dei fuorisede per gli spostamenti per tornare a casa, il caos del traffico impazzito, il freddo di dicembre. Insomma, tutti fattori stressanti che hanno purtroppo a che fare troppo spesso con il nostro mal di testa. Ed è solo l’inizio: nei giorni di festa si tenderà a dormire di meno, ad alzare un po’ il gomito (e vedremo in questo numero ciò cosa comporta), a mangiare di più, e magari si sarà pure costretti a rivedere parenti e conoscenti di vario ordine e grado, che non è proprio detto ci faccia tanto piacere incontrare (magari non tutti insieme, ma a piccole dosi). Quindi, una tempesta perfetta per il mal di testa. Come se non bastasse, ci si mette pure quest’anno il COVID che proprio non ne vuol sapere di andarsene via e restituirci la nostra normalità (ma anche qui, non vi vorrei “spoilerare” quanto leggerete di seguito), aggiungendo stress allo stress. Insomma, amiche ed amici, teniamo duro e non dimentichiamo mai che spesso è proprio quando strafacciamo che stiamo peggio con la nostra cefalea. No, non vedetela come una punizione, un’impossibilità a festeggiare con gli altri, o l’ennesimo ingiusto limite che il mal di testa ci impone. Non è vivendo come se il problema non ci fosse che riusciremo a superare il problema. In altri termini, abbiamo dei limiti diversi da quelli degli altri, dobbiamo conoscerli e muoverci in essi, senza superarli, per non stare poi troppo male. Come dicevamo, possiamo sì festeggiare con gli altri, ma forse non come gli altri, abbiamo il nostro modo, il nostro limite, che non necessariamente è inferiore a quello altrui, solo diverso. Imparare a conoscere la propria diversità è il punto di partenza per imparare a farsi del bene e non farsi più così tanto male. Ecco, questo è il mio augurio per il nostro Natale: di ritrovare noi stessi, i nostri riferimenti e i nostri limiti, per poterci muovere liberi in essi.
Ma veniamo ora ai contenuti del numero in uscita.

Partiamo dall’intervista del nostro Roberto Nappi con la dottoressa Licia Grazzi del Dipartimento Neuroalgologia-Centro Cefalee, IRRCS Fondazione Istituto Neurologico C. Besta di Milano. Nella loro chiacchierata affrontano un tema molto interessante e legato proprio alle situazioni di stress, come quelle di questo periodo: la meditazione e gli approcci comportamentali per la emicrania. Il soggetto emicranico deve acquisire una maggiore consapevolezza di sé e compiere una sorta di riabilitazione nel modo che ha di vedersi e di comportarsi, per riuscire a stare meglio e per imparare a gestire meglio i farmaci che ha a disposizione, al fine di ottimizzarne i benefici, prevenirne gli effetti collaterali e le condotte di uso erroneo. Sono sempre più le evidenze scientifiche che si accumulano sull’efficacia di tali approcci, il tutto con effetti collaterali inesistenti e un grande miglioramento delle condizioni generali.

Come promesso la scorsa volta, parleremo della cefalea da vaccino anti-COVID. Si tratta di un’entità che spesso spaventa molti pazienti con cefalea, che già tanto soffrono e pensano che proprio non sia il caso di andarsela a cercare. Beh, non è proprio così. Nel bell’articolo della dottoressa Maria Pia Prudenzano, del Centro Cefalee - Clinica Neurologica “L. Amaducci” del Policlinico di Bari, leggerete che effettivamente la cefalea da vaccino è un’entità abbastanza frequente, ma non deve spaventare, sia perché passa generalmente in fretta, sia perché è il prezzo da pagare per conquistare un pezzettino di sicurezza e libertà. Inutile nascondersi: la variante Omicron mette paura, l’immunità garantita dalle dosi precedenti di vaccino inizia a calare, il rischio di ammalarsi e di nuovi lockdown si fa palpabile, tutti dovremmo quindi già fare il richiamo, se non controindicato. È vero, chi soffre di cefalea ha sempre maggior rischio di averne una post-vaccinale, ma la sua entità è trascurabile se paragonata alle conseguenze del COVID, sia in acuto che in cronico. Vi posso garantire che i nostri ambulatori sono pieni di sindromi long-COVID, quindi meglio fare di tutto per non rinfoltirne le fila. Nella rubrica “Amarcord” riprendiamo un vecchio articolo di 20 anni fa inerente alle attività dell’Accademia Romana del Mal di Testa “pro capite laborantibus”, a cura del prof. Piero Barbanti. Si tratta della presentazione di un workshop dal titolo “Assistenza e Ricerca sulle Cefalee nel territorio della Regione Lazio”, in cui di dibatteva alla presenza del vicepresidente della Regione dei problemi organizzativi e gestionali dei centri cefalee. A distanza di vent’anni, nulla pare essere cambiato in questa Regione, anche perché, malgrado l’avvento dei farmaci innovativi auspicati già allora proprio alla luce della comprensione del ruolo dei CGRP nella patogenesi della cefalea, non sono stati ancora creati i Percorsi Diagnostico-Assistenziali (PDA) necessari alla nascita di una rete assistenziale degna di questo nome, necessaria per raccogliere le sfide terapeutiche venutesi a creare con l’immissione in commercio degli anticorpi monoclonali e il prossimo arrivo di gepanti e ditani, le 2 nuove classi di farmaci antiemicranici.

Per la rubrica “La Cefalea in cucina” vi proponiamo un altro articolo della dott.ssa Eleonora Di Pietro, biologa nutrizionista dell’Associazione Eupraxia. Questa volta ci parlerà del rapporto esistente tra alcool e cefalea, sicuramente d’interesse in questo periodo dell’anno, ma non solo. Mi raccomando, seguite il suo consiglio, brindate con moderazione e possibilmente biologico (non biodinamico, quella è un’altra cosa, più attinente alla stregoneria che non alla scienza: ne ha parlato anche il presidente Mattarella di recente).

Infine, chiudiamo il numero con un doveroso omaggio al prof. Giuseppe Nappi, ideatore di Cefalee Today quando alla fine del vecchio millennio nacque Alleanza Cefalalgici. Nappi è stato anche il fondatore del Centro Cefalee dell’IRCCS Mondino dell’Università di Pavia e qui vi proponiamo un estratto dell’intervista presente nella monografia realizzata in occasione dei 50 anni del Centro Cefalee celebrati in un recente convegno internazionale tenutosi a Pavia.

Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento. Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today