Ben ritrovati, amiche e amici. Dall’ultima uscita del nostro rotocalco sono successe molte cose nel Paese e la vita di tante persone è stata stravolta. Voglio innanzitutto esprimervi la vicinanza mia e di tutto il comitato editoriale 'Cefalee Today' e sono davvero molto felice di ritrovarvi. La vita va avanti e dobbiamo mostrarci tutti all’altezza della situazione, soprattutto perché ci troviamo adesso a cavallo delle più delicate riaperture, tra attività già tornate a funzionare ed altre ancora bloccate (e tra queste ultime, ahimè, anche le varie attività ambulatoriali).

Dal 3 giugno dovrebbero riaprire gli ambulatori in molti Centri Cefalee italiani (non esiste un calendario unico nazionale, quindi vi conviene provare a contattare direttamente i Centri di riferimento per conoscere la situazione aggiornata) e dovrebbe essere nuovamente possibile spostarsi tra le regioni.
Tutto sembrerà tornare ad essere un po’ come prima, anche se il ritorno alla normalità per ora è ancora al di là da venire. Quindi, prestate attenzione e continuate a comportarvi bene, come avete fatto fin ora (l’Italia è stata tra i migliori paesi nel rispettare il lockdown).

Piccola nota positiva, giusto per non perdere la speranza per la ripartenza: notizia di questi giorni, pare che finalmente si sia sbloccata la vicenda della rimborsabilità degli anticorpi monoclonali, a breve ne sapremo dii più ma pare che uscirà in Gazzetta Ufficiale tra un mese, con tutte le specifiche per sapere in quali centri si potrà ricevere la prescrizione di questi farmaci e per chi essi saranno rimborsabili.

Veniamo a parlare del numero di maggio di ‘Cefalee Today’. Come avrete capito, anche questo numero sarà molto incentrato sull’impatto che il COVID-19 ha avuto sulla nostra vita da cefalalgici.
Inizieremo, quindi, con l’intervista che il nostro Roberto Nappi ha fatto alla dottoressa Federica Galli, psicologa clinica presso l’ASST SS. Paolo e Carlo di Milano e che per svariati anni ha svolto attività di ricerca proprio all’interno dei Centri Cefalee di Roma La Sapienza e dell’Istituto Mondino di Pavia. La dott.ssa Galli ci parlerà dello stress da coronavirus per i nostri pazienti cefalalgici. Sembra pleonastico, ma il legame tra stress e cefalea è bidirezionale: l’uno aggrava l’altra, e viceversa. Agli stress, tristezze, dolori ed incertezze di questi giorni i nostri pazienti hanno dovuto subirne pure un altro a cui accennavamo prima, l’impossibilità ad esser visitati durante il periodo di confinamento. Ricevo le vostre mail e i vostri messaggi, so che per molti di voi tutto ciò è stato davvero pesante.

Tuttavia, i Centri Cefalee non si sono mai davvero e del tutto bloccati, grazie all’organizzazione di alcune esperienze assistenziali alternative quali la telemedicina. Infatti, in un momento in cui tanti pazienti che curano patologie potenzialmente fatali hanno dovuto sospendere il proprio percorso di cure e follow-up, alcuni centri cefalee non si sono arresi. È il caso del Mondino di Pavia, che ha implementato un servizio di telemedicina dedicato proprio ai pazienti cefalalgici. Ci racconta questa esperienza la dottoressa Elena Guaschino, neurologa dell’US Diagnosi e Cura delle Cefalee dell’IRCCS C. Mondino di Pavia. La recente epidemia ha sdoganato questo tipo di gestione a distanza del paziente ambulatoriale, che talvolta può essere preferita da chi debba spostarsi per recarsi a visita nel centro di fiducia, magari molto distante dalla propria abitazione. Gli ordini dei medici e l’Istituto Superiore della Sanità hanno dato delle direttive in tal senso e siamo tutti davvero molto curiosi di sapere se nell’eredità che la pandemia ci lascerà ci sarà pure questa nuova modalità assistenziale.

Lo sapete tutti, molti dei pazienti cefalalgici sono donne, persone nelle quali il COVID-19 è sembrato essere meno aggressivo. Come mai? Così come nello scorso numero, ospitiamo un articolo extra per affrontare un argomento avente a che fare con il COVID-19, ma di interesse per la nostra popolazione di pazienti. La professoressa Carla Lubrano, endocrinologa dell’Università Sapienza di Roma, ci spiegherà come mai esiste questa differenza tra uomini e donne nelle manifestazioni della malattia. Chissà se alcune di queste differenze non abbiano a che vedere anche con le differenze osservate nella prevalenza dei diversi tipi di ma di testa.

Infine, la nostra rubrica “cefalea in cucina” ospita l’intervento della dottoressa Angela Moneta, vecchia conoscenza del nostro rotocalco. Specialista in Igiene e in Scienze della Nutrizione, ci parlerà dello stretto legame esistente tra alimentazione e mal di testa (con particolare riferimento all’emicrania), proprio con il punto di vista di chi ha un osservatorio privilegiato in virtù del suo background specialistico e avendo avuto l’incarico per tanti anni della direzione sanitaria di strutture in cui operavano centri cefalee.

Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento. Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today