Maledetto coronavirus! Inutile girarci attorno questo virus che ci sta condizionando la vita negli ultimi giorni non poteva non condizionare anche le nostre scelte editoriali per questo numero di ‘Cefalee Today’.

Avevamo improntato il numero precedente all’augurio per il decennio di belle speranze che si dischiudeva dinanzi a noi e speravamo di poter festeggiare con questo numero i primi traguardi del cambiamento auspicato. L’Agenzia Europea del Farmaco si doveva pronunciare sull’uso degli anticorpi monoclonali anche nella cefalea a grappolo (e dopo il parere favorevole dell’omologa agenzia USA pareva fosse tutto una formalità), ma è arrivato un responso negativo in tal senso, invitando a fare ulteriori studi (quindi un rinvio sine die). Poi si doveva ottenere finalmente il passaggio in fascia A (a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale) degli anticorpi monoclonali per i pazienti emicranici cronici e ad alta frequenza, mentre prima di metà mese sarebbe anche dovuta arrivare l’approvazione definitiva e bipartisan da parte del Senato della Repubblica dl disegno di legge che riconosce la cefalea cronica come una condizione ad impatto sociale. Purtroppo, anche questi due eventi sono sfumati: altre priorità sono sopraggiunte in uno scenario inatteso in cui migliaia di persone lottano tra la vita e la morte, mentre interi territori sono messi in una rigida quarantena. Tutto a causa di questo famigerato coronavirus responsabile del Covid-19, la pandemia (ormai l’OMS l’ha definita così) che tanto duramente si è accanita proprio sul nostro territorio nazionale.

Tutto lo staff di ‘Cefalee Today’, non solo per motivi di prossimità territoriale, è vicino alle famiglie colpite dalla malattia e agli eroi (infermieri, medici, operatori, tecnici, biologi, ma anche personale amministrativo e guardie giurate, chiedendo fin d’ora scusa se ho dimenticato qualcuno) che in questi giorni, a rischio della propria incolumità lavorano nelle strutture sanitarie per dare sollievo e supporto ai malati.

Pertanto, in via del tutto eccezionale, ospiteremo in questo numero, una considerazione del dottor Biagio Ciccone su quanto sta succedendo, sono parole di speranza che ci sentiamo di sottoscrivere e divulgare.

Cosa avevamo pensato di proporvi per il numero di marzo di ‘Cefalee Today’? Sperando nella pronuncia favorevole sulla rimborsabilità degli anticorpi monoclonali, il nostro Roberto Nappi ha intervistato la dottoressa Marta Allena del Centro Cefalee del Mondino di Pavia, che ci parla appunto delle nuove opzioni terapeutiche nella profilassi delle cefalee.
Speriamo che questa emergenza (e i grossi costi economici ad essa correlata) non facciano slittare troppo la procedura di rimborsabilità dei 3 anticorpi, perché se di cefalea non si muore, neppure si vive bene: ve l’assicuro! Ma voi già lo sapete. Senza la rimborsabilità, l’esperienza clinica di ciascun centro sarà molto limitata, rendendo pertanto difficile il prendere la debita dimestichezza con questi farmaci, anche al fine di realizzare gli auspicati studi ‘real life’ di cui si fa cenno nel testo.

A proposito di vivere male con la cefalea, una delle condizioni maggiormente disabilitanti e un po’ neglette nell’emicranie è l’aura. Si tratta di una condizione che spesso viene un po’ trascurata, si riserva sempre poco tempo ad essa nell’anamnesi e non si indaga quasi mai come essa venga vissuta dai pazienti. Io lo chiedo e la risposta può esser sintetizzata in tre parole: “con profonda angoscia”. Abbiamo così pensato di mettere in cantiere una serie di articoli sull’aura con il dottor Michele Viana che negli ultimi anni si è distinto per una serie di lavori clinici sull’argomento, riportandolo al centro dell’attenzione clinica e dandogli la giusta importanza. Il primo degli articoli, quello presentato in questo numero, è quello più introduttivo, seguiranno negli altri gli approfondimenti.

Infine, per la nostra attesissima rubrica, “la Cefalea in cucina”, procediamo in questo viaggio molto eterogeneo che spazia tra il dolore ed i fornelli. Dopo le esperienze culinarie di 2 pazienti un po’ speciali, passiamo ora ad un professionista della cucina, che ci racconterà di una esperienza inattesa ed atipica.

Si tratta dello chef Luca Barbieri, non un semplice chef ma un ricercatore che, anziché un laboratorio, ha a disposizione le sconfinate cucine degli Spedali Civili di Brescia. Lo chef Barbieri non si è accontentato come gli altri di far da mangiare ai pazienti, no, lui ha studiato tutte le linee guida nutrizionali delle varie patologie (da cui il termine “cucina lineare”, cioè che rispetta le linee guida) per fornire a ciascun paziente il pasto giusto. Insomma, un’eccellenza italiana ai fornelli, sconosciuto ai più, ma notissimo nel settore. Negli ultimi tempi, complice la nostra amicizia, ha iniziato ad occuparsi anche dell’emicrania.

Come sempre, spero che gli argomenti siano di vostro gradimento. Buona lettura e fateci conoscere i vostri commenti.

Dott. Cherubino Di Lorenzo
Direttore Scientifico Cefalee Today