L’inquilina del piano di sopra. La Bestia. La solita rottura di scatole.
La str***a.
Ho cercato modi sempre diversi per definirla. Per quasi otto anni mi sono perfezionato nell’arte dei sinonimi, quando avrei potuto dire una semplice frase: io soffro di cefalea a grappolo. La differenza è tanta però. In tutte le mie perifrasi, era sempre qualcosa di esterno. Qualcosa che stava lì, lontano da me. In qualche modo, vederla come una cosa esterna ti deresponsabilizza. Alla fine, non è colpa mia se ho tentato di fare un pisolino e mi sono svegliato con una fitta dietro l’occhio. “La Bestia non mi fa neanche dormire”. Non è colpa mia se ho bevuto una birra di troppo (più di zero è già troppo!).
“Sta Str***a non mi passa neanche un brindisi”.
Non è colpa mia se… Intorno a novembre ho iniziato a scrivere un video per spiegare cosa significhi vivere con la cefalea a grappolo a delle persone che non l’hanno mai avuta. Un progetto che si è rivelato leggermente ambizioso. Un tantino meno che spiegare il colore blu a una persona nata senza il dono della vista. Se ci pensate è buffo. Lo chiamiamo dono, ma è la normalità per la stragrande maggioranza delle persone. Ecco, nel periodo dai diciotto ai ventisei anni avrei voluto il dono della pace. Avrei voluto andare a dormire tranquillo, con la certezza di svegliarmi otto ore dopo fresco e riposato. Anche sette mi sarebbe andato bene, dai. Non stiamo qui a sindacare sull’ora di sonno in più o in meno. La realtà è che andavo a dormire con lo stato d’animo dei “Guerrieri del sogno”, conscio che, in qualsiasi momento, si sarebbe palesata la mia personalissima versione Freddy Krueger, pronta a giocherellare con il mio trigemino. Anche la veglia, in effetti, non era molto migliore.
<<Tutto bene?>>
<<Si, si, ho solo un chiodo nell’occhio. Grazie dell’interessamento comunque>>
Questo. Per otto anni. Due volte al giorno, nei periodi buoni. Un attacco alle 9.00 e uno alle 17.00, un paio di volte a settimana il notturno, per non farsi mancare niente. Nel mentre, ho provato quasi tutte le profilassi note nella speranza di trovare una soluzione... Speranza è una gran parola. Il più grande Dottore non esistente ha detto che l’uomo è una creatura fatta di speranza (mi rendo conto che è per pochi, quindi la esplicito: è una citazione da Doctor Who). In effetti è vero. Abbiamo creato un sistema basato sul migliorare. Sul fare di più. O meglio. Sul rendere possibile quello che fino a ieri non lo era. Tre secoli fa servivano tre giorni per il viaggio Roma-Milano, oggi poco più di tre ore in treno. Solo perché qualcuno ci ha sperato. Per questo la parola “Cronico” mi metteva così paura. Si scrive cronico, si legge fine pena mai. O almeno così sembrava. Ovviamente, raccontare questo a chi non ci è mai passato, era di per sé un obiettivo quasi impossibile. Specialmente se il limite era stare sotto i venti minuti. Specialmente con una deadline a quattro mesi (volevo che il video uscisse in concomitanza con il Cluster Headache Awareness Day, il 21 Marzo). Ho deciso quindi di aggiungere una seconda cosa. Un’inezia, nulla di che. Un messaggio di speranza a chi sta come stavo io. O il messaggio di cui avrei avuto bisogno ai tempi, fate voi. Perché ad un certo punto le cose sono cambiate. Ho trovato una soluzione che, per me, ha funzionato. Sono stato indirizzato verso la dieta chetogenica, “la cheto” tra amici. Ho iniziato la dieta il 27 ottobre (il giorno dopo il mio compleanno) e il 5 novembre ho scritto il mio ultimo attacco sul diario. In circa dieci giorni di cheto ero “painfree”. Avrei detto libero, ma in realtà mi sono sentito libero a Marzo. A seguito del cambio di temperature, ho cambiato anche il giubbotto e solo qualche giorno dopo mi sono accorto di non aver spostato le fiale. Se passi abbastanza tempo in una qualsiasi stanza, finisci per arredarla, farla tua. Ci vuole un po’ a capire che la porta si è aperta e molto di più a capire cosa fare. Per ora ho ripreso l’università, mi sono laureato e ho cambiato lavoro. E finito il video, non dimentichiamolo. In fondo, era la nostra premessa narrativa.
Per chi volesse, lo lascio qui sotto. Magari può aiutare qualcuno.
C.H.A.D. - Dr Kos VS Cefalea a grappolo

Emanuele De Giorgi, nutrizionista e divulgatore di contenuti scientifici