Le cefalee rappresentano una delle prime cause per cui le persone si rivolgono al Pronto Soccorso. Come mai c’è questa grande richiesta da parte del cittadino?

Le cefalee primarie cioè quelle NON sintomo di processo patologico dimostrabile, sono molto frequenti interessando almeno il 20 % della popolazione generale femminile e circa il 10 % di quella maschile. Di questa popolazione di cefalalgici circa il 20 % soffre almeno una volta nella vita di crisi talmente intense da richiedere un intervento del PS per controllare l’intensità del dolore e spesso i fenomeni gastrointestinali. Per questo motivo gli accessi al PS per cefalea sono molto frequenti pari al 1% di tutti gli accessi in PS.

Un paziente abitualmente sofferente di mal di testa può considerare il pronto soccorso un giusto luogo a cui rivolgersi?

Il PS non è il posto giusto per un sofferente di cefalea primaria perché di solito viene visto dopo alcune ore e le terapie quindi non sono tempestive come dovrebbero. Tuttavia nella moltitudine delle cefalee primarie si annidano rare cefalee secondarie (sintomo di un processo patologico dimostrabile) di cui alcune pericolose per la vita. Il consiglio per i cefalalgici è di recarsi in PS solo se si accorgono di avere una cefalea inusuale, cioè diversa da quella abituale.

I pazienti che abitualmente non soffrono di mal di testa, quando dovrebbero pensare di rivolgersi al pronto soccorso?
Dovrebbero farlo in presenza di una cefalea violenta, ad esordio acuto (pochi minuti) tipo colpo di fulmine, che può essere associata a perdita di coscienza transitoria o a segni neurologici focali o febbre.

Come fate voi neurologi a orientarvi in pronto soccorso per decidere in pochi minuti quale paziente meriti di fare accertamenti e quale no, e quali sono gli accertamenti che andrebbero prescritti?

La visita neurologica e la lettura del fundus oculi permettono di sospettare la presenza di un processo patologico cerebrale in atto. La TAC cerebrale con le sequenze anche per i vasi arteriosi e/o la RM cerebrale (quasi mai disponibile in urgenza) sono molto utili per mettere in evidenza la presenza di emorragia o di processi espansivi o di fenomeni infiammatori. Più raramente è necessaria la puntura lombare utile per escludere al 100% una emorragia cerebrale e per fare la diagnosi di meningite (batterica o virale).

Quali sono le malattie che più frequentemente possono determinare l’insorgenza di una cefalea secondaria e quante di queste espongono a rischio la vita del paziente?

Le malattie cerebrovascolari ad esordio acuto, in particolare quelle con alto rischio di emorragia e quelle infettive batteriche, sono quelle pericolose per la vita; se riconosciute possono essere trattabili. Vi sono molte altre cause internistiche, reumatologiche e osteoarticolari o di origine odontoiatrica che possono associarsi a cefalea intensa da condurre il paziente in PS, ma non rappresentano un pericolo urgente per la vita.

Ha citato la meningite batterica, di che cosa si tratta precisamente, è una malattia frequente, ha una sua stagionalità ed è difficile da riconoscere in fase precoce?

Le forme di meningite battericha sono fortunatamente in declino rispetto al passato per effetto dei programmi di immunizzazione su larga scala con vaccini coniugati anti-Streptococco pneumoniae (SP), Neisseria meningitidis (NM), Haemophilus influenzae (HI) tipo b. L’incidenza annuale è di 2,5-6 casi per 100.000 abitanti, con un tasso di mortalità di circa il 14%. Le cause più frequenti nell’adulto sono lo SP, Streptococco di gruppo B, NM, quest’ultima anche sotto forma di epidemie ricorrenti di meningite ogni 8-12 anni, HI, e Listeria monocytogenes. Le meningiti sono più frequenti tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, ma casi sporadici si verificano durante tutto l’anno.

In conclusione, se volesse lasciare un messaggio per i nostri pazienti, cosa dovrebbero tenere a mente prima di decidere se andare o meno al pronto soccorso? Devono avere “timore” nel rivolgersi a questo tipo di struttura?

Il messaggio è semplice: ogni cefalea va diagnosticata in modo preciso per un trattamento mirato. Considerando che si conoscono almeno 300 tipi di cefalea tra forme primarie e secondarie è evidente che la diagnosi non può essere fatta in PS, ma dal neurologo. Una volta conosciuta la diagnosi di cefalea primaria il paziente deve avere un’efficacie terapia della crisi per non rischiare di andare in PS. Ci tengo a ribadire che in PS devono andare solo casi con cefalea intensa per la prima volta nella vita associate o meno a perdita di coscienza transitoria, febbre e segni neurologici focali. Chi invece soffre già di cefalea deve ricorrere al PS, solo se compare una cefalea violenta inusuale.

Intervista  a cura di Roberto Nappi