La noce moscata e il mal di testa
Questa volta voglio raccontarvi di una spezia che apparentemente c’entra poco col mal di testa, ma non è proprio così, perché ho appena scoperto una storia molto affasciante che ha a che fare con essa. Una di quelle storie che quando la senti pensi non possa essere vera, ma poi scopri che lo è (almeno, stando a quanto dicono i siti di quotidiani ed Enciclopedie)!
La spezia è la noce moscata (seme decorticato del frutto della pianta Myristica Fragrans), originaria di un arcipelago indonesiano, quello delle isole Molucche, in particolare della parte che va sotto il nome delle isole Banda, nello specifico dell’Isola di Run. Questa isola fu al centro di una disputa tra le due superpotenze commerciali del XVII secolo: l’Inghilterra e l’Olanda. Non deve stupire, perché all’epoca questa spezia costava, al peso, più dell’oro e non la si produceva altrove nel Mondo. Per porre fine alla guerra, gli olandesi conclusero un patto con gli inglesi: ottennero il controllo dell’isola, concedendo alla controparte il controllo di un malsano isolotto paludoso nel Nord America, quella che oggi conosciamo col nome di Manhattan, attorno alla quale crebbe la città di New York. Insomma, gli olandesi barattarono la città più ricca e importante del mondo per una piantagione di Myristica Fragrans.
La noce moscata ha dunque cambiato la storia del mondo! Come mai questa spezia, nota fin dai tempi degli antichi greci e romani, era così preziosa? Perché in realtà non solo era la base per preparare numerosi piatti, sia dolci che salati, ma anche ampiamente utilizzata proprio per le sue decantate capacità curative.
Il nome della spezia deriva da Mascate, capitale dell’Oman, punta estrema della penisola araba e pare proprio che i medici arabi (continuatori della tradizione ippocratica e galenica), tra cui spiccarono Avicenna (da molti considerato il padre della medicina moderna), Albucasis, Avenzoar, Averroè e Maimonide, valorizzarono molto le proprietà curative di questo prezioso seme.
Ma andiamo a vedere nel dettaglio le principali proprietà di questa spezia. Ricca di fitosteroli, terpeni ed eugenolo, è stata usata da sempre per le sue proprietà antisettiche, antiparassitarie, antiossidanti, oltre che eupeptiche e carminative (aiuta la digestione e sgonfia la pancia). Tutto ciò consentiva ai cibi conditi con questa spezia di conservarsi più a lungo ed esser digeriti meglio, senza esporre chi li avrebbe consumati al rischio di contrarre tossinfezioni alimentari. Inoltre, l’eugenolo ha pure un’importante effetto disinfettante, per cui oggi (prodotto sinteticamente) trova applicazione in campo odontoiatrico e dermatologico. Infine, più di recente è stato evidenziato un effetto analgesico e antinfiammatorio dell’olio essenziale contenuto nel seme, con un’azione inibitoria dell’enzima COX- 2, lo stesso su cui agiscono i farmaci antinfiammatori non steroidei. Tale effetto è in grado di bloccare la produzione di prostaglandine, molecole dell’infiammazione e del dolore, coinvolte nella patogenesi dell’emicrania. Pertanto, tale olio essenziale, somministrato sia per via transcutanea che orale è in grado di avere un effetto analgesico. Proprio in virtù di questo, in molte tradizioni mediche popolari asiatiche (come nella medicina ayurvedica), la noce moscata è utilizzata anche per contrastare la cefalea, in particolar modo l’emicrania, per la sinergia tra effetto antinfiammatorio e antinausea (come per certi farmaci di combinazione particolarmente graditi ai nostri pazienti). Mancano, però, studi controllati e trials clinici specifici, purtroppo, per confermare tale indicazione, ma i presupposti sono effettivamente validi e promettenti.
Attenzione però, non è tutto oro quel che luccica. Proprio a confermare la presenza di molecole bioattive nella noce moscata, occorre ricordare che l’uso di questa spezia in quantità eccessive non è scevro da effetti collaterali, anche gravi. Per cominciare, il suo odore può far venire mal di testa in soggetti particolarmente osmofobici (infastiditi dagli odori). Inoltre, anche piccole quantità assunte con regolarità possono determinare un certo impegno epatico, rendendo più difficoltoso il metabolismo di altri farmaci assunti in contemporanea, portando ad un aumento delle concentrazioni plasmatiche di quest’ultimi.
I principi attivi contenuti nella spezia possono avere effetti teratogeni sulle donne in gravidanza, mentre l’ingestione di dosi eccessive può portare a stati dissociativi, convulsioni e addirittura al decesso.
Quindi, noce moscata sì, ma con moderazione. A proposito, agli olandesi convenne stipulare quell’accordo con gli inglesi per tornare a controllare l’isola di Run?
Purtroppo, no: quando abbandonarono l’isola, gli anglosassoni portarono con sé numerose piante e contadini in grado di coltivarle, realizzando numerose piantagioni nelle varie colonie tropicali da loro controllate. Ciò pose fine al monopolio della produzione e commercializzazione della noce moscata da parte degli olandesi e ne determinò un notevole abbassamento di prezzo, rendendo molto più accessibile questa preziosa spezia.
A cura della Dott.ssa Eleonora Di Pietro,
Biologa nutrizionista - Associazione Eupraxia