La cioccolata e il mal di testa

Cosa avranno pensato i primi conquistadores osservando le popolazioni indigene del Centroamerica consumare quella strana bevanda scura e calda, dal sapore inconsueto (pare che, assaggiandolo, Cristoforo Colombo lo reputò imbevibi­le), ma alla cui pianta poi diedero il nome di Theobroma, dal greco: cibo degli dèi?
Oggi parleremo della cioccolata, che si produce a partire dalle fave di cacao, pianta il cui frutto era usato come moneta di scambio dalle popolazioni precolom­biane e che si riteneva fosse appunto un dono divino. Spe­riamo di rendere giustizia ad un alimento assai prezioso, ma spesso malvisto dai pazienti con cefalea (in particolare dagli emicranici).
Come per il caffè, si tratta di un prodotto di recen­te inserimento nell’alimentazione europea, precisamente dal 1600, ma che rapidamente si è affermato grazie ad alcuni ef­fetti esercitati da sue componenti sul cervello, molto apprez­zati dai consumatori abituali. Tra le tante, sono presenti tre molecole di particolare interesse: la caffeina (di cui sapete già tutto) e la teobromina (altro alcaloide tipico del cacao) e la fe­niletilamina (una molecola dalle interessantissime proprietà, antidepressive ed euforizzanti, che sarebbe anche in grado di migliorare le performances cognitive). Inoltre, il cacao è ricco di polifenoli, molecole naturali aventi un’azione antinfiamma­toria, antiossidante e protettiva sul sistema vascolare.
Tutto meraviglioso, allora? In parte.
Infatti, il cacao e la cioccola­ta vengono spesso sconsigliati ai soggetti emicranici perché secondo alcuni studi rappresenterebbero il secondo fattore alimentare dopo l’alcool per l’innesco della crisi emicranica. Si calcola che circa un 20% dei soggetti con emicrania abbia problemi proprio con la cioccolata. Come mai questo?
Potreb­be dipendere dai suddetti alcaloidi che, pur avendo un effetto inizialmente protettivo, nel lungo periodo e aumentando le dosi potrebbero portare a un peggioramento del mal di testa, esattamente come avviene col caffè. Inoltre, anche la feni­letilamina presente nella cioccolata potrebbe essere, poten­zialmente, responsabile dello scatenamento del mal di testa: si tratta, infatti, di un’amina, come l’istamina o la tiramina presenti in altri alimenti, quindi appartenente a una famiglia di molecole (le amine appunto), notoriamente ritenute in grado di innescare l’emicrania.
Ma è sempre così? Il discorso è as­sai più complicato.
Innanzitutto, sicuramente la cioccolata può avere degli effetti psicotropi da non sottovalutare (famosa era la tossicodipendenza da cioccolata, come quella di cui soffriva la madre della protagonista del romanzo “Dell’amore e di altri demoni” di Gabriel García Márquez), ma non è un problema di comune riscontro oggi, considerato il tipo di consumo che se ne fa in Occidente.
Esiste anche una storiellina (vera) che si usa per spiegare il concetto statistico di correlazioni spurie: i Paesi in cui si consuma più cioccolata hanno più vincitori di Premi Nobel. Insomma, al cervello piace tanto la cioccolata, sennò non avrebbe mai avuto tutto questo successo e, forse, ci rende pure più intelligenti: tutti ottimi motivi per mangiar­ne, peccato non poterlo fare a causa del mal di testa.
Ma è davvero tutta cioccolata quella che mangiamo e ci fa male? In realtà, non è così.
Ad esempio, la famosa crema spalmabile nazionalpopolare, senza la quale il mondo non sarebbe lo stes­so (per parafrasare un suo celebre spot), ha meno dell’8% di cacao ed è giusto così, essendo tecnicamente una crema alla nocciola, eppure spesso proprio la cefalea dopo l’assunzione di questo prodotto viene usata come evidenza a favore del fatto che la cioccolata faccia male. Al contrario, anni fa fu condotto uno studio in una popolazione di soggetti che ritene­vano avere la cioccolata come proprio fattore di scatenamento dell’emicrania. A ciascun soggetto fu fatto assaggiare varie volte del cioccolato fondente, o un surrogato a base di farina di carrube, per valutare quando sarebbe insorto il mal di testa. Ebbene, furono molti più gli attacchi che fecero seguito all’as­sunzione del surrogato, che non al cioccolato, a dimostrazione che il presunto effetto scatenante era in realtà per molti di loro solo una supposizione infondata. Purtroppo, ci saranno sicuramente persone a cui la cioccolata fa male, e se ne do­vranno privare, ma forse non sono così tante come si crede. Poi, bisogna sempre ricordare che “è la dosa a fare il veleno”, quindi magari ciascun emicranico ha una soglia di tollerabilità al di sotto della quale il mal di testa non esplode. E ancora, non tutte le cioccolate sono uguali: gli ingredienti, la modalità di preparazione, il tipo di coltivazione e la lavorazione delle fave di cacao può portare a far ricadere sotto il comune nome di cioccolata prodotti assai differenti tra di loro.
Abbiamo ini­ziato parlando del cibo degli dèi, potremmo finire tornando ad essi. La più nota divinità afflitta da cefalea era Zeus che, essendosi svegliato un mattino con un tremendo mal di testa, se la fece aprire da Efesto per far nascere Atena, la dea della conoscenza. Insomma, cefalea e conoscenza andavano di pari passo nella testa del padre di tutti gli dèi: che si fosse pure lui nutrito di Theobroma cacao, il cibo degli dei? Chissà!

A cura della Dott.ssa Eleonora Di Pietro,
Biologa nutrizionista - Associazione Eupraxia