Un deficit del metabolismo energetico a livello mitocondriale, con conseguente alterazione del metabolismo dell'ossigeno, potrebbe avere un ruolo nella patogenesi dell'emicrania. E' stato quindi ipotizzato che alte dosi di riboflavina (vitamina B2) potessero presentare un'azione positiva sugli attacchi emicranici, in quanto la ribofllavina svolge un ruolo chiave nell'apporto di ossigeno alle cellule in cui avvengono i processi di trasformazione delle sostanze nutritive: grazie ad essa l'O2riceve gli elettroni e gli H+ derivanti dall'ossidazione del Ciclo di Krebs.

La dose di 400 mg/die di riboflavina assunta per via orale riduce, rispetto all'assunzione di placebo, la frequenza degli attacchi ed inoltre riduce il numero dei giorni di durata dell'attacco.

Gli effetti clinici positivi cominciano a rendersi evidenti dopo 1 mese di terapia ma solo dopo 3 mesi di trattamento l'effetto è massimo . Nei pazienti affetti da crisi emicraniche è stato dimostrata la presenza di deficit subclinici di una o più vitamine (nel 65% dei soggetti valutati), in particolare tiamina, riboflavina ed acido folico.

Può quindi risultare utile, in particolare in chiave preventiva, assumere alimenti ricchi di riblofavina; questa vitamina è contenuta in lievito di birra, frattaglie, latte (ove è in forma libera), albume d'uovo, pesce, carne, vegetali verdi.

I suo peggiori nemici sono le radiazioni ultraviolette (ad esempio il latte perde gran parte della vitamina B2 se esposto al sole).

Ricordiamo che la riboflavina, in quanto appartenente al gruppo delle vitamine idrosolubili, non viene immagazzinata nel corpo, e deve quindi essere assunta quotidianamente con gli alimenti o con gli integratori; uno scarso apporto può quindi rapidamente determinare segni di carenza con manifestazioni subcliniche.

La dose giornaliera raccomandata nei soggetti sani è di 1,5 mg per i maschi dagli 11 ai 14 anni, 1,8 mg per quelli dai 15 ai 18 anni, 1,7 mg per quelli dai 19 ai 50 anni e 1,4 mg dai 50 in su. Per le donne invece la dose raccomandata è di 1,3 mg dagli 11 ai 50 anni e dai 50 in su, 1,2 mg. Le gestanti dovrebbero aggiungere 0,3 mg, le donne che allattano durante i primi sei mesi necessitano un supplemento di 0,5 mg e per i sei mesi successivi 0,4 mg. I bambini da 1 a 3 anni dovrebbero assumerne 0,8 mg, dai 4 ai 6 anni 1,0 mg, e dai 7 ai 10 anni sono sufficienti 1,2 mg. I neonati sino a sei mesi hanno bisogno di 0,4 mg e dai sei mesi a un anno, 0,5 mg. Le persone che praticano uno sport dovrebbero assumere dai 2 ai 2,5 mg al giorno.

Non vi è alcuna tossicità conosciuta della riboflavina. Comunque un'assunzione prolungata di alte dosi di una qualsiasi delle vitamine B, compresa la riboflavina, può portare a grosse perdite di altre vitamine B. Quindi è importante assumere il complesso B completo.

La carenza di questa vitamina si manifesta soprattutto a livello dell'epidermide e delle mucose. I sintomi più comuni della mancanza di vitamina B2 sono: spaccature e piaghe agli angoli della bocca, lesioni delle labbra, lingua rossa e dolente, sensazione di pulviscolo e sabbia all'interno delle palpebre, bruciore agli occhi, occhi affaticati, dilatazione della pupilla, cambiamenti della cornea, fotofobia. La carenza può causare anche perdita dei capelli e calo di peso.

Mariangela Rondanelli

Bibliografia:
Mansfield LE, Vaughan TR, Waller SF, Haverly RW, Ting S. Food allergy and adult migraine: double-blind and mediator confirmation of an allergic etiology. Ann Allergy 1985; 55:126-9.
Mäder R, Deutsch H, Siebert GK, Gerbershagen HU, Grühn E, Behl M et al. Vitamin status of inpatients with chronic cephalgia and dysfunction pain syndrome and effects of a vitamine supplementation. Internat J Vit Nutr Res 1988; 58:436-41.

Pavia, 22/02/2008